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Il sogno di Muna e Alex: diventare medici e aiutare gli altri in Tanzania

Assistenza sanitaria ma anche sostegno all’istruzione e alla formazione nell’ambito del progetto “Un Cuore per Ipogolo” che l’associazione onlus A Cuore Aperto porta avanti in Tanzania in collaborazione con la Comunità Cristiani nel Mondo, grazie al quale Alex e Muna, due giovani diciottenni di Iringa, possono quest’anno cominciare gli studi all’università di medicina. Tra le volontarie in Africa anche Margherita La Rocca Ruvolo, psicoterapeuta, deputata all’Ars e sindaco di Montevago, autrice del libro “L’uomo e dintorni” in cui studia, tra l’altro, etnie e tribù africane tra religione e magia. E’ lei che segue personalmente i progetti per la formazione scolastica e professionale portati avanti con i bambini e i ragazzi adottati a distanza, mentre i medici si occupano dell’assistenza sanitaria ai più bisognosi e gli altri volontari si dedicano a diverse attività di animazione per i bimbi in questo piccolo villaggio africano. “La nostra attività, ormai da quattordici anni – spiega Margherita La Rocca Ruvolo – mira alla formazione sul posto di questi ragazzi, di coloro che chiedono di poter proseguire negli studi per costruire un avvenire diverso, un futuro migliore. Io credo che questa sia stata l’arma vincente, la proposta veramente innovativa di una piccola associazione onlus come A Cuore Aperto. I ragazzi che abbiamo fatto studiare in questi anni sono più di duecento, adesso si colgono con mano i frutti del lavoro fatto. Li conosciamo tutti, sappiamo che quasi tutti lavorano nel mondo sanitario come infermieri, tecnici di laboratorio, ci sono anche dei medici. Ora – aggiunge – inizia una nuova sfida con i ragazzi più piccoli, quei ragazzi che fino a dieci, fa erano bambini di scuola elementare e che ora cominciano ad andare all’università. Come Alex e Muna, due ragazzi orfani che abbiamo seguito sin da piccoli e adesso cominciano il percorso universitario in medicina, l’augurio è che possano coronare il loro sogno di diventare medici e lavorare per il loro Paese. Noi glielo diciamo sempre: se studiate lo fate per la vostra gente, se andate avanti non dovete dimenticarvi di chi rimane indietro. Il lavoro fatto in questa maniera può avere un significato, questo è l’altro messaggio che passa attraverso la presenza dei medici che vengono con noi in una terra così lontana. Torneremo la prossima volta e speriamo – conclude – di trovare i risultati di quello che è stato fatto, ma soprattutto vedere che questa gente, se ha la possibilità di restare nella propria terra, di essere aiutato negli studi, non chiede di andare via, chiede di restare qui, di poter migliorare le proprie condizioni di vita. E non c’è nulla di male se, invece, chi non può migliorare in Africa le proprie condizioni di vita cerchi luoghi migliori per poterlo fare”. “Ci commuoviamo quando vediamo questi due ragazzi che abbiamo adottato sin dalla tenera età, quando avevano 4-5 anni. Li abbiamo sostenuti alle scuole elementari, alle scuole secondarie e adesso iniziano il corso di laure in medicina”, dice il prof Giovanni Ruvolo, presidente della onlus A Cuore Aperto. “Questi ragazzi – aggiunge – vivono ancora nelle case di fango e paglia e fra tre anni completeranno la prima parte degli studi in medicina e questo per noi è una grande soddisfazione per aver dato a questi ragazzi, che non avevano nessuna speranza di studiare e di formarsi, la possibilità di diventare medici e aiutare gli altri in questo territorio così lontano”. Tra gli altri volontari Lara Pasquali, Lillo Restivo, Mattia Perri e Amedeo Vaccaro. “Sono partito dall’Italia – racconta il tecnico radiologo Lillo Restivo – con tante paure addosso – malaria, tifo, colera – ma l’unica paura da avere quando vieni in Africa è l’amore, è strabordante, quasi non sai di averne cosi tanto ed invece, paradossalmente, nel posto più povero del mondo, scopri di avere tanto amore dentro di te. La differenza fra noi e loro è sostanziale: noi bianchi (Mzungu nella loro lingua), ospiti nella loro terra, veniamo venerati; viceversa, noi, nella nostra terra, spesso li insultiamo. E’ insensato, oltre che pericoloso, tutto questo dire io sono bianco, tu sei nero. Siamo tutti esseri umani, questa è la cosa che conta. Ho imparato che si può essere grandi anche da piccoli. Ho imparato che si può essere felici anche e soprattutto nella povertà”. “Ho provato emozioni incredibili che non pensavo di provare”, dice l’avvocato Lara Pasquali. “Meravigliosi i tantissimi bambini che sbucano da tutte le parti e che giocano con niente. Per esempio, mi sono messa a giocare inventando una filastrocca, mi sono subito ritrovata in mezzo a quaranta bambini che volevano darmi la mano per giocare. Questo – ha aggiunto – è qualcosa di straordinario che penso che solamente l’Africa ti possa regalare, perché la semplicità che si trova qui, senza sovrastrutture, senza nessun tipo di vincolo, legato magari a quello che i mass media comunicano, è un’esperienza veramente unica”. Da: comunicalo.it
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Malattie rare, convegno scientifico a Sciacca: “Attivare presidio anche in Sicilia”

Si è svolto il 17 dicembre 2016 nella chiesa di Santa Margherita a Sciacca il convegno sulle malattie rare, e in particolare sulla Sindrom di Marfan, promosso dal Club Kiwanis Sciacca presieduto dalla dottoressa Antonella Buscemi in collaborazione con l’Associazione A Cuore Aperto presieduta dal professor Giovanni Ruvolo, direttore del Presidio per la Sindrome di Marfan e Patologie correlate presso la Cardiochirurgia del Policlinico dell’Università di Roma Tor Vergata. “La Sindrome di Marfan – ha spiegato il prof. Ruvolo – è una malattia genetica, una malattia rara che si manifesta quando è assente o molto ridotta la fibrillina del tessuto connettivo. Quindi le strutture elastiche del corpo sono deficitarie, viene a mancare la resistenza che dà la struttura elastica in tutto il tessuto connettivo, in particolare nel sistema cardiovascolare e ovviamente a livello di tutti i distretti. In Italia esistono cinque centri Marfan su scala regionale, nel centro sud l’unico è quello di Roma, gli altri quattro centri sono in Lombardia e in Emilia Romagna. Molti pazienti si rivolgono a noi dopo aver girovagato, perché essendo una malattia rara è spesso sconosciuta, il paziente viene portato dall’ortopedico, dall’oculista e altri specialisti e così il problema non viene affrontato nella sua completezza di malattia.
15442260_1203034689779261_1107931560907986367_nPotrebbe questa giornata essere l’inizio – è l’auspicio del cardiochirurgo – per attivare in Sicilia un Presidio Marfan che non esiste a livello regionale anche perché – ha spiegato – i test genetici sono costosi e ci vuole una buona organizzazione perché nella diagnosi sono coinvolti cardiochirurghi, cardiologi, oculisti, ortopedici, radiologi, odontoiatri e genetisti”. Sono intervenuti tra gli altri, il sindaco di Sciacca Fabrizio Di Paola, la cardiologa Do Valchiria, Governatore del Distretto Italia-San Marino del Kiwanis; Filippo Barbiera direttore unità di Radiologia del San Giovanni Paolo II di Sciacca; il cardiochirurgo Fabio Bertoldo; l’odontoiatra Giuseppina Laganà, il cardiologo Patrizio Polisca; Maria Clotilde Recchia e Flavia Scurria dell’associazione Vittorio per la Sindrome di Marfan e le malattie correlate; la dottoressa Sara Rita Vacirca, medico in formazione specialistica in cardiochirurgia dell’Università Tor Vergata di Roma.

15578877_422006574856414_5070029163231546036_n“La Sindrome di Marfan – ha detto la dottoressa Antonella Buscemi, presidente del Club Kiwanis Sciacca – è una malattia rara, genetica, ereditaria, quindi riguarda soprattutto i bambini. Ecco perché abbiamo deciso di organizzare questo convegno perché in passato, molto spesso, questa malattia non è stata diagnosticata proprio perché è mancata l’informazione”. “Si tratta di una patologia importante, che crea numerose problematiche specialmente nell’Italia meridionale”, ha detto Massimo Migliore del Kiwanis di Sciacca. “Bisogna dire – ha proseguito – che il centro più vicino a noi è a Roma, questo convegno è stato promosso per sensibilizzare un po’ sia la medicina generale, sia i colleghi e soprattutto i pazienti che hanno delle aspettative di vita particolari a poter sperare in un centro di futura realizzazione nel nostro territorio”.

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Scopriamo l’aneurisma dell’aorta ascendente, giornata di prevenzione cardiovascolare ad Aragona

ruvologL’associazione onlus “A Cuore Aperto” presieduta dal cardiochirurgo professor Giovanni Ruvolo, in collaborazione con i Gruppi di Volontariato Vincenziano della provincia di Agrigento coordinati da Giovanni Morreale, nell’ambito del progetto “Scopriamo l’aneurisma dell’aorta ascendente” promuove il 12 novembre ad Aragona, a partire dalle 8.30 nei locali del Palazzo Principe Naselli, una giornata di prevenzione cardiovascolare e screening diabetologico. All’iniziativa, oltre all’equipe di medici volontari dell’associazione onlus “A Cuore Aperto”, interverrà anche il professor Orazio De Guilmi, presidente dell’Associazione regionale Diabetici e Celiaci “Danilo Dolci”. Si effettueranno visite ecordiagramma color doppler. Per prenotazioni chiamare al Gruppo di Volontariato Vincenziano di Aragona (presidente Gabriella Giacco) al numero 0922 36004.

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A Cuore Aperto onlus, assemblea annuale a Favara il 12 settembre

salutedelcuoreLa salute del cuore, l’importanza della prevenzione, le nuove tecniche cardiologiche e cardiochirurgiche per curarlo. Se ne discuterà con gli esperti nel corso dell’assemblea annuale dell’associazione onlus “A Cuore Aperto” in programma il 12 settembre, a partire dalle ore 16.30, al Castello Chiaramonte di Favara. L’iniziativa è promossa in collaborazione con l’Ordine dei medici della provincia di Agrigento.

A portare i saluti iniziali saranno il cardiochirurgo Giovanni Ruvolo, presidente di “A Cuore Aperto”; Salvatore Puma, presidente dell’Ordine dei medici dell’Agrigentino, e il sindaco di Favara Rosario Manganella, il presidente comitato provinciale di Agrigento della Croce Rossa, Angelo Vita.

Nel corso dell’incontro, che sarà moderato dal cardiologo Carmelo Vitello, sono previsti gli interventi del cardiochirurgo Linda Pisano; (“Stenosi aortica e insufficienza mitralica: di cosa si tratta?”); del cardiologo Fabio Triolo (“L’ecografia nella valvulopatia: che informazioni ci dà?”), entrambi all’opera al policlinico “Giaccone” di Palermo; del dottor Antonino Patti, specialista in medicina del lavoro (“Ho subito un intervento chirurgico, ho diritto all’invalidità?”); del professor Giovanni Ruvolo, direttore di Cardiochirurgia all’ospedale Tor Vergata di Roma (“Nuove tecniche mininvasive per il trattamento della patologia valvolare mitralica e aortica“).

Infine, Margherita La Rocca, deputata all’Ars e volontaria dell’associazione onlus presenterà la relazione sulle attività svolte durante l’anno e illustrerà le nuove iniziative di “A Cuore Aperto”. Al termine dei lavori è prevista la consegna delle divise donate dall’associazione onlus “A Cuore Aperto”al comitato provinciale di Agrigento della Croce Rossa.

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Volontariato, come donare il 5 x 1000 Irpef all’onlus A Cuore Aperto

Ogni contribuente ha la possibilità di devolvere il 5 x mille dell’IRPEF all’associazione onlus A Cuore Aperto. Il contribuente potrà far valere tale donazione apponendo la firma nel settore: “Sostegno del volontariato, delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni e fondazioni” del modello della dichiarazione dei redditi. Il codice fiscale/partita Iva dell’associazione onlus A Cuore Aperto è il seguente: 97172180826.

Tutte le altre informazioni per iscriversi all’associazione onlus A Cuore Aperto diretta dal cardiochirurgo Giovanni Ruvolo e per contribuire a sostenere la missione di assistenza sanitaria in Africa attraverso il progetto “Un cuore per Ipogolo” si possono trovare sul sito web www.cuoreaperto.it.

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Suor Angel dottoressa in Medicina, la sua storia tra fede e studio dal Congo alla Sicilia

suorangellddChi ha seguito in questi anni le attività dell’associazione “A Cuore Aperto” e della Comunità “Cristiani nel Mondo” non può non conoscerla. Si chiama Suor Angel ma il suo nome di battesimo è Bipendu Nama Kalela Angel. La sua storia è affascinante e molto particolare.

Angel nasce il 18 maggio del 1973 in Congo, e precisamente a Katanga, una città nel cuore della Repubblica Democratica di circa 720 mila abitanti e conosciuta in particolare per l’estrazione dei diamanti. Seconda di dieci figli, cinque sorelle e cinque fratelli, Angel ha la fortuna di avere genitori attenti e interessati alla sua formazione e ai suoi studi e, nonostante le tante bocche da sfamare, inizia la scuola elementare nella sua città per poi continuare con la scuola media, quindi con quella superiore di indirizzo commerciale e amministrativo fino ad arrivare al diploma.

Le piace studiare ma la sua scelta è diversa rispetto a quella di tante ragazze sue coetanee. Fin dall’età di sei anni, infatti, sente in lei radicata la vocazione e proprio questa grande fede e l’interesse così forte nei confronti della Chiesa la spingono a intraprendere e a portare a compimento gli studi in Teologia nel suo Paese. Sceglie allora la vita religiosa che la porta nel 2005 a lasciare la sua famiglia e il Congo e a partire per in Italia. Qui si imbatte nella Comunità “Cristiani nel Mondo”, quindi nell’Associazione “A cuore Aperto”. Nel 2004, infatti, veniva operato presso il reparto di Cardiochirurgia del Policlinico universitario “Paolo Giaccone” di Palermo, Monsignor Giuseppe Di Marco, padre spirituale della Comunità. Anche l’Associazione, quindi, come la Comunità “Cristiani nel Mondo” conosce Suor Angel appena arrivata in Italia.

Fin da subito Suor Angel dimostra, insieme alla forte vocazione, anche una grande curiosità e una decisa volontà di continuare a imparare e a mettersi in gioco. È intelligente e volenterosa e per questo l’associazione “A Cuore Aperto” le offre la possibilità, grazie ad una borsa di studio, di intraprendere gli studi universitari presso l’Università di Palermo. Nel capoluogo siciliano suor Angel si iscrive, nel 2007, alla Facoltà di Medicina e Chirurgia. Non ha diciotto anni come i suoi compagni d’aula e non veste jeans strappati e scarpe da ginnastica eppure si integra perfettamente, frequenta le lezioni, incontra amici e compagni di studi, riesce a conciliare la vita della studentessa universitaria, tra appunti e fotocopie, con quella religiosa, tra ritiri e preghiere, e persino con quella comunitaria, fatta di momenti di incontro e condivisione.

Aiuta ed è aiutata in questi anni da Suor Rosa che con lei abita nella casa della Comunità in Via Crisafulli a Palermo. Sono anni sicuramente intensi e a tratti difficili, anche per la complessità inevitabile della facoltà scelta e del dover studiare in una lingua che, seppur conosciuta molto bene, resta una lingua straniera. In questi dieci anni in Italia torna una sola volta nel suo Paese a salutare i suoi genitori, la madre di 59 anni e il padre di 65, ritrovando un Congo affamato in cui la vita è fatta di dolore e sofferenza e in cui il progresso economico e quello tecnologico non riescono ad arrivare, almeno non per tutti.

Suor Angel, tenace e determinata, arriva finalmente al momento tanto atteso da qualsiasi studente: il giorno della laurea. Discute infatti la sua tesi, dal titolo “Valvolopatia associata a valvola aortica bicuspide” il 30 marzo scorso con il Prof. Giovanni Ruvolo. Tante le persone che hanno partecipato con lei a questo momento importante non solo nella vita di Suor Angel ma anche per la Comunità “Cristiani nel Mondo” e per l’Associazione “A Cuore Aperto”. Fiduciosi che la vocazione religiosa saprà integrarsi e diventare una cosa sola con la vocazione verso il prossimo che il mestiere del medico dovrebbe avere come prerequisito e presupposto, vogliamo augurare a Suor Angel una lunga carriera certi che saprà essere un eccellente medico e un grande esempio di umanità e professionalità.

 

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Internet point gratuito per bambini e giovani a Santa Margherita Belice

Un internet point gratuito per bambini e giovani più bisognosi è stato inaugurato a Santa Margherita Belice nella sede del “Gruppo di volontariato Vincenziano” presieduto da Giovanni Morreale che si trova accanto al poliambulatorio Asp. Già comprati, donati, attivati e connessi a internet tre computer e una stampante. L’iniziativa è promossa in ricordo di monsignor Giuseppe Di Marco dalla Comunità Cristiani nel Mondo presieduta dalla deputata all’Ars Margherita La Rocca e dall’associazione onlus “A cuore aperto” presieduta dal cardiochirurgo Giovanni Ruvolo.

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Medici e infermiere “A Cuore Aperto” in Tanzania

DSC_0566dOltre a poter studiare in Africa, ai più “meritevoli” viene data dall’associazione onlus “A Cuore Aperto” la possibilità di studiare anche in Italia. Tra le studentesse africane che si stanno laureando in Sicilia, all’università di Medicina di Palermo, suor Angel Bipendu: “Sto avendo la possibilità di studiare grazie all’associazione onlus A Cuore Aperto e la mia missione – dice – sarà in Tanzania, per garantire continuità ai progetti avviati dal prof. Giovanni Ruvolo”. “Sono quasi duecento – afferma Margherita La Rocca – le infermiere, ma anche assistenti sanitari o medici che sono diventati anche manager in ospedali della Tanzania, che abbiamo fatto studiare in questi 10 anni di collaborazione tra l’associazione A Cuore Aperto e la Comunità Cristiani nel Mondo che ha avviato la missione a Ipogolo quasi venti anni fa”.

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