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“A Cuore Aperto” dona defibrillatore all’oratorio della parrocchia San Lorenzo di Monserrato

Un defibrillatore semiautomatico è stato donato alla parrocchia San Lorenzo di Monserrato dall’associazione onlus “A Cuore Aperto” presieduta dal cardiochirurgo Giovanni Ruvolo. Lo strumento salvavita, consegnato ieri pomeriggio al termine di una partita di calcio amichevole in occasione di San Lorenzo, sarà utilizzato per le attività sportive dell’oratorio e per il Centro pastorale diversamente abili qualora se ne dovesse presentare la necessità. “Ringraziamo l’associazione A Cuore Aperto per questa gentile donazione – ha detto il parroco don Antonio La Licata – che servirà a poter svolgere in sicurezza le attività sportive nella nostra comunità dove oltre all’Ads San Lorenzo opera anche il Centro pastorale diversamente abili e quindi avere a disposizione uno strumento salvavita sarà utile anche a loro. Speriamo di non utilizzarlo, però, nel caso si dovesse presentare un bisogno urgente con gli operatori addetti all’utilizzo si può intervenire immediatamente, considerato anche il fatto che Monserrato dista parecchio dall’ospedale più vicino, il San Giovanni di Dio, e quindi poter intervenire nelle occasioni che purtroppo potrebbero presentarsi diventa una sicurezza in più per le persone che vivono nella nostra comunità”.

Diversi i defibrillatori già donati dalla onlus “A Cuore Aperto” nell’Agrigentino: uno alla Croce Rossa di Sambuca di Sicilia, altri a due squadre di calcio di Montevago e uno a una squadra di pallavolo di Cattolica Eraclea. L’associazione ha contribuito anche all’acquisto di una carrozzina per la squadra di hockey di Santa Margherita Belice e di un software per cure dei bimbi talassemici donato all’ospedale di Sciacca. Alla Croce Rossa di Sciacca è stato donato un monitor multiparametrico per ambulanza. “Oltre alle attività di formazione e assistenza sanitaria per le persone più bisognose svolte tra la Tanzania e la Sicilia, in questi anni – ha detto il professor Giovanni Ruvolo – abbiamo donato diversi defibrillatori a squadre e associazioni che ce ne hanno fatto richiesta per poter svolgere le attività sportive in sicurezza. Speriamo che questo strumento salvavita, fondamentale nel primo soccorso, non sarà mai utilizzato, ma se dovesse servire i ragazzi dell’oratorio San Lorenzo adesso ne hanno uno a loro disposizione. Al di là del defibrillatore, il messaggio che vogliamo mandare – ha sottolineato i presidente dell’associazione A Cuore Aperto – è quello che chi può deve aiutare gli altri e che è importante fare rete tra associazioni per poter dare, nei limiti del possibile, risposte alle esigenze del territorio e soprattutto a chi ha più bisogno a prescindere dal colore della pelle”.

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Malattie rare, convegno scientifico a Sciacca: “Attivare presidio anche in Sicilia”

Si è svolto il 17 dicembre 2016 nella chiesa di Santa Margherita a Sciacca il convegno sulle malattie rare, e in particolare sulla Sindrom di Marfan, promosso dal Club Kiwanis Sciacca presieduto dalla dottoressa Antonella Buscemi in collaborazione con l’Associazione A Cuore Aperto presieduta dal professor Giovanni Ruvolo, direttore del Presidio per la Sindrome di Marfan e Patologie correlate presso la Cardiochirurgia del Policlinico dell’Università di Roma Tor Vergata. “La Sindrome di Marfan – ha spiegato il prof. Ruvolo – è una malattia genetica, una malattia rara che si manifesta quando è assente o molto ridotta la fibrillina del tessuto connettivo. Quindi le strutture elastiche del corpo sono deficitarie, viene a mancare la resistenza che dà la struttura elastica in tutto il tessuto connettivo, in particolare nel sistema cardiovascolare e ovviamente a livello di tutti i distretti. In Italia esistono cinque centri Marfan su scala regionale, nel centro sud l’unico è quello di Roma, gli altri quattro centri sono in Lombardia e in Emilia Romagna. Molti pazienti si rivolgono a noi dopo aver girovagato, perché essendo una malattia rara è spesso sconosciuta, il paziente viene portato dall’ortopedico, dall’oculista e altri specialisti e così il problema non viene affrontato nella sua completezza di malattia.
15442260_1203034689779261_1107931560907986367_nPotrebbe questa giornata essere l’inizio – è l’auspicio del cardiochirurgo – per attivare in Sicilia un Presidio Marfan che non esiste a livello regionale anche perché – ha spiegato – i test genetici sono costosi e ci vuole una buona organizzazione perché nella diagnosi sono coinvolti cardiochirurghi, cardiologi, oculisti, ortopedici, radiologi, odontoiatri e genetisti”. Sono intervenuti tra gli altri, il sindaco di Sciacca Fabrizio Di Paola, la cardiologa Do Valchiria, Governatore del Distretto Italia-San Marino del Kiwanis; Filippo Barbiera direttore unità di Radiologia del San Giovanni Paolo II di Sciacca; il cardiochirurgo Fabio Bertoldo; l’odontoiatra Giuseppina Laganà, il cardiologo Patrizio Polisca; Maria Clotilde Recchia e Flavia Scurria dell’associazione Vittorio per la Sindrome di Marfan e le malattie correlate; la dottoressa Sara Rita Vacirca, medico in formazione specialistica in cardiochirurgia dell’Università Tor Vergata di Roma.

15578877_422006574856414_5070029163231546036_n“La Sindrome di Marfan – ha detto la dottoressa Antonella Buscemi, presidente del Club Kiwanis Sciacca – è una malattia rara, genetica, ereditaria, quindi riguarda soprattutto i bambini. Ecco perché abbiamo deciso di organizzare questo convegno perché in passato, molto spesso, questa malattia non è stata diagnosticata proprio perché è mancata l’informazione”. “Si tratta di una patologia importante, che crea numerose problematiche specialmente nell’Italia meridionale”, ha detto Massimo Migliore del Kiwanis di Sciacca. “Bisogna dire – ha proseguito – che il centro più vicino a noi è a Roma, questo convegno è stato promosso per sensibilizzare un po’ sia la medicina generale, sia i colleghi e soprattutto i pazienti che hanno delle aspettative di vita particolari a poter sperare in un centro di futura realizzazione nel nostro territorio”.

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A Cuore Aperto onlus, assemblea annuale a Favara il 12 settembre

salutedelcuoreLa salute del cuore, l’importanza della prevenzione, le nuove tecniche cardiologiche e cardiochirurgiche per curarlo. Se ne discuterà con gli esperti nel corso dell’assemblea annuale dell’associazione onlus “A Cuore Aperto” in programma il 12 settembre, a partire dalle ore 16.30, al Castello Chiaramonte di Favara. L’iniziativa è promossa in collaborazione con l’Ordine dei medici della provincia di Agrigento.

A portare i saluti iniziali saranno il cardiochirurgo Giovanni Ruvolo, presidente di “A Cuore Aperto”; Salvatore Puma, presidente dell’Ordine dei medici dell’Agrigentino, e il sindaco di Favara Rosario Manganella, il presidente comitato provinciale di Agrigento della Croce Rossa, Angelo Vita.

Nel corso dell’incontro, che sarà moderato dal cardiologo Carmelo Vitello, sono previsti gli interventi del cardiochirurgo Linda Pisano; (“Stenosi aortica e insufficienza mitralica: di cosa si tratta?”); del cardiologo Fabio Triolo (“L’ecografia nella valvulopatia: che informazioni ci dà?”), entrambi all’opera al policlinico “Giaccone” di Palermo; del dottor Antonino Patti, specialista in medicina del lavoro (“Ho subito un intervento chirurgico, ho diritto all’invalidità?”); del professor Giovanni Ruvolo, direttore di Cardiochirurgia all’ospedale Tor Vergata di Roma (“Nuove tecniche mininvasive per il trattamento della patologia valvolare mitralica e aortica“).

Infine, Margherita La Rocca, deputata all’Ars e volontaria dell’associazione onlus presenterà la relazione sulle attività svolte durante l’anno e illustrerà le nuove iniziative di “A Cuore Aperto”. Al termine dei lavori è prevista la consegna delle divise donate dall’associazione onlus “A Cuore Aperto”al comitato provinciale di Agrigento della Croce Rossa.

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Medici e infermiere “A Cuore Aperto” in Tanzania

DSC_0566dOltre a poter studiare in Africa, ai più “meritevoli” viene data dall’associazione onlus “A Cuore Aperto” la possibilità di studiare anche in Italia. Tra le studentesse africane che si stanno laureando in Sicilia, all’università di Medicina di Palermo, suor Angel Bipendu: “Sto avendo la possibilità di studiare grazie all’associazione onlus A Cuore Aperto e la mia missione – dice – sarà in Tanzania, per garantire continuità ai progetti avviati dal prof. Giovanni Ruvolo”. “Sono quasi duecento – afferma Margherita La Rocca – le infermiere, ma anche assistenti sanitari o medici che sono diventati anche manager in ospedali della Tanzania, che abbiamo fatto studiare in questi 10 anni di collaborazione tra l’associazione A Cuore Aperto e la Comunità Cristiani nel Mondo che ha avviato la missione a Ipogolo quasi venti anni fa”.

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VIDEO. Missione in Tanzania ‘A Cuore Aperto’ 2014

cuoreaperto“Continuiamo a portare gratuitamente la salute laddove se la sognano, soprattutto per quanto riguarda la prevenzione e la cura delle malattie cardiovascolari ma anche per le altre specialità mediche come per esempio l’odontoiatria. Tanto è quello che abbiamo fatto in questi primi dieci anni di attività, altri ancora sono i progetti futuri che porteremo avanti grazie al supporto di centinaia di volontari e benefattori che sostengono le nostre iniziative tra la Sicilia e l’Africa”.
Così il professor Giovanni Ruvolo, primario del reparto di cardiochirurgia del Policlinico “Paolo Giaccone” di Palermo e presidente dell’associazione onlus “A Cuore Aperto”, di ritorno dalla Tanzania dove ha operato in queste settimane per il decimo anno consecutivo insieme a un gruppo di medici e volontari nell’ambito del progetto “Un cuore per Ipogolo” 2014. Significativo il bilancio: quattrocento le visite cardiologiche eseguite tra diagnosi, terapia e assistenza per gli interventi chirurgici; cento le visite e le cure odontoiatriche.
FOTOGALLERY SULLA PAGINA FACEBOOK A CUORE APERTO

“Sono molto felice – afferma Giovanni Ruvolo – che in questi anni abbiamo realizzato tante belle cose in Tanzania, nel villaggio di Ipogolo ma anche in altri villaggi. I punti cardine del progetto sono la formazione e l’assistenza sanitaria. Oltre a curare centinaia di malati abbiamo dato l’opportunità di studiare a centinaia di persone, molte delle quali sono diventati medici, infermieri, operatori sanitari. E’ certamente una bella soddisfazione oltre che un grande aiuto a questo popolo che ne ha tanto bisogno”.
Insieme al professor Ruvolo anche la presidente della Comunità Cristiani nel Mondo e deputata regionale Margherita La Rocca che si occupa dell’organizzazione, il cardiologo Paride Giannantoni di Roma, gli odontoiatri Giacinto Marra di Cattolica Eraclea e Piermario Palattella di Roma, le infermiere Nazarena Reina di Palermo e Francesca Albani di Roma, la giovane animatrice Florinda Gulotta di Montevago e il volontario Amedeo Vaccaro di Sciacca.
“Abbiamo avviato dieci anni fa il progetto ‘Un cuore per Ipogolo’ che è fondamentalmente di tipo sanitario e che ha la sua base nel villaggio di Ipogolo, nel dispensario che la Comunità Cristiani del Mondo porta avanti ormai da oltre 15 anni. Ma non possiamo fermarci solo ai bisogni sanitari, il cuore – afferma Margherita La Rocca – deve andare oltre quindi ci dedichiamo alla formazione, all’assistenza scolastica, all’animazione per i bimbi e al sostegno a tante famiglie povere fornendo cibo e vestiti.
Tutte iniziative che possiamo portare avanti grazie a centinaia di volontari e benefattori che ci offrono generosamente il loro contributo. Siamo convinti che nel momento in cui dai l’istruzione e la salute – aggiunge – la gente sta bene nella propria terra, non è destinata a fuggire e a scappare mettendo a rischio la propria vita. Dovremmo tutti lavorare in questa direzione, perché secondo me la pace in terra si realizza in questo modo”.

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Infermiere A Cuore Aperto in Africa

Proponiamo in questa fotogallery alcune immagini delle infermiere formate in Tanzania dall’associazione onlus A Cuore Aperto insieme a Margherita La Rocca volontaria in Africa. Altre immagini sulla fanpage Facebook A Cuore Aperto

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“Un cuore per Ipogolo”, adozioni a distanza

“Un cuore per Ipogolo”, adozioni a distanza. Video di Margherita La Rocca.