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Medici e infermiere “A Cuore Aperto” in Tanzania

DSC_0566dOltre a poter studiare in Africa, ai più “meritevoli” viene data dall’associazione onlus “A Cuore Aperto” la possibilità di studiare anche in Italia. Tra le studentesse africane che si stanno laureando in Sicilia, all’università di Medicina di Palermo, suor Angel Bipendu: “Sto avendo la possibilità di studiare grazie all’associazione onlus A Cuore Aperto e la mia missione – dice – sarà in Tanzania, per garantire continuità ai progetti avviati dal prof. Giovanni Ruvolo”. “Sono quasi duecento – afferma Margherita La Rocca – le infermiere, ma anche assistenti sanitari o medici che sono diventati anche manager in ospedali della Tanzania, che abbiamo fatto studiare in questi 10 anni di collaborazione tra l’associazione A Cuore Aperto e la Comunità Cristiani nel Mondo che ha avviato la missione a Ipogolo quasi venti anni fa”.

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VIDEO. Missione in Tanzania ‘A Cuore Aperto’ 2014

cuoreaperto“Continuiamo a portare gratuitamente la salute laddove se la sognano, soprattutto per quanto riguarda la prevenzione e la cura delle malattie cardiovascolari ma anche per le altre specialità mediche come per esempio l’odontoiatria. Tanto è quello che abbiamo fatto in questi primi dieci anni di attività, altri ancora sono i progetti futuri che porteremo avanti grazie al supporto di centinaia di volontari e benefattori che sostengono le nostre iniziative tra la Sicilia e l’Africa”.
Così il professor Giovanni Ruvolo, primario del reparto di cardiochirurgia del Policlinico “Paolo Giaccone” di Palermo e presidente dell’associazione onlus “A Cuore Aperto”, di ritorno dalla Tanzania dove ha operato in queste settimane per il decimo anno consecutivo insieme a un gruppo di medici e volontari nell’ambito del progetto “Un cuore per Ipogolo” 2014. Significativo il bilancio: quattrocento le visite cardiologiche eseguite tra diagnosi, terapia e assistenza per gli interventi chirurgici; cento le visite e le cure odontoiatriche.
FOTOGALLERY SULLA PAGINA FACEBOOK A CUORE APERTO

“Sono molto felice – afferma Giovanni Ruvolo – che in questi anni abbiamo realizzato tante belle cose in Tanzania, nel villaggio di Ipogolo ma anche in altri villaggi. I punti cardine del progetto sono la formazione e l’assistenza sanitaria. Oltre a curare centinaia di malati abbiamo dato l’opportunità di studiare a centinaia di persone, molte delle quali sono diventati medici, infermieri, operatori sanitari. E’ certamente una bella soddisfazione oltre che un grande aiuto a questo popolo che ne ha tanto bisogno”.
Insieme al professor Ruvolo anche la presidente della Comunità Cristiani nel Mondo e deputata regionale Margherita La Rocca che si occupa dell’organizzazione, il cardiologo Paride Giannantoni di Roma, gli odontoiatri Giacinto Marra di Cattolica Eraclea e Piermario Palattella di Roma, le infermiere Nazarena Reina di Palermo e Francesca Albani di Roma, la giovane animatrice Florinda Gulotta di Montevago e il volontario Amedeo Vaccaro di Sciacca.
“Abbiamo avviato dieci anni fa il progetto ‘Un cuore per Ipogolo’ che è fondamentalmente di tipo sanitario e che ha la sua base nel villaggio di Ipogolo, nel dispensario che la Comunità Cristiani del Mondo porta avanti ormai da oltre 15 anni. Ma non possiamo fermarci solo ai bisogni sanitari, il cuore – afferma Margherita La Rocca – deve andare oltre quindi ci dedichiamo alla formazione, all’assistenza scolastica, all’animazione per i bimbi e al sostegno a tante famiglie povere fornendo cibo e vestiti.
Tutte iniziative che possiamo portare avanti grazie a centinaia di volontari e benefattori che ci offrono generosamente il loro contributo. Siamo convinti che nel momento in cui dai l’istruzione e la salute – aggiunge – la gente sta bene nella propria terra, non è destinata a fuggire e a scappare mettendo a rischio la propria vita. Dovremmo tutti lavorare in questa direzione, perché secondo me la pace in terra si realizza in questo modo”.

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Infermiere A Cuore Aperto in Africa

Proponiamo in questa fotogallery alcune immagini delle infermiere formate in Tanzania dall’associazione onlus A Cuore Aperto insieme a Margherita La Rocca volontaria in Africa. Altre immagini sulla fanpage Facebook A Cuore Aperto

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“Un cuore per Ipogolo”, adozioni a distanza

“Un cuore per Ipogolo”, adozioni a distanza. Video di Margherita La Rocca.

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La mia Africa…

Anche in questo mese di luglio appena trascorso ho fatto il mio viaggio in Tanzania, ad Ipogolo, il quarto da quando nel settembre 2004 è partito il progetto sanitario “Un Cuore per Ipogolo”. Ogni volta e come se fosse la prima se scruto le emozioni sempre più forti che vivo e la milionesima se ripenso ai sorrisi, agli sguardi, all’intensità dei saluti di piccoli e grandi.

Ogni volta che arrivo sento battere forte il cuore perché so che gioia è rincontrarli, rivederli e passare con loro le giornate, dare il mio tempo, portare i frutti di quel lavoro, non sempre facile, fatto in Italia per loro. Sento anche tutto il peso della loro sofferenza fisica e mi chiedo cosa posso fare ; l’AIDS sta decimando un’intera popolazione, non lascia scampo a giovani e meno giovani e altre patologie meno gravi ma altrettanto letali si aggiungono a rendere il quadro generale preoccupante e disastroso. Ogni volta mi pongo la stessa domanda: cosa posso fare, cosa devo fare? L’unica risposta che trovo è: devo continuare. Devo essere una goccia, perché anche una goccia porta il proprio contributo alle grandi e sterminate acque dell’oceano.

Quest’anno l’esperienza ha avuto del nuovo e del diverso. Siamo partiti dall’aereoporto di Roma Fiumicino in sei : mio marito Giovanni, Paride cardiologo presso l’ospedale Vannini di Roma, Stefania e Claudia specializzande in cardiologia all’Università La Sapienza di Roma, Suor Zina suora nella Comunità Cristiani nel Mondo ed io. La nostra conoscenza si è intensificata “ strada facendo” e siccome di strada bisogna farne tanta ( circa due giorni) al nostro arrivo alla missione S. Joseph House di Ipogolo eravamo già un gruppo affiatato e in armonia con molto in comune e poche differenze. Sembrava ci conoscessimo da sempre!!!
Il viaggio aveva permesso di familiarizzare e pianificare quanto, nei pochi giorni a disposizione bisognava fare per usare al meglio il tempo e come operare. Giovanni da bravo capogruppo aveva predisposto con l’aiuto di chi vive sul posto, suore e sacerdoti, le missioni da raggiungere e le persone da visitare e la dott.sa Mara cardiologa bresciana che aveva operato ad Ipogolo nei mesi di aprile e maggio per conto del progetto “ un cuore per Ipogolo” aveva già evidenziato casi particolari e difficili allestendo una lista di pazienti che andavano valutati con esami più approfonditi. Tutto ciò ha reso immediatamente operativo il gruppo.
Durante il soggiorno il grosso del lavoro è stato raggiungere quante più persone possibili, andando in villaggi lontani e usando il metodo del “ passaparola” durante la liturgia della domenica grazie alla collaborazione instancabile dei sacerdoti che si sono fatti portavoci e collaboratori preziosi e insostituibili. Pur senza comunicazione di massa, l’informazione e la possibilità di uno screening cardiologico è arrivato ai destinatari e a tutti quelli che volevano e potevano usufruirne. Tranne i primi due giorni che si è lavorato al dispensario di Ipogolo per il resto del tempo siamo andati in giro percorrendo circa 2000 chilometri e raggiungendo villaggi molto disagiati non solo perché ai “confini del mondo” ma perché al di sotto di una “ povertà accettabile” , una povertà che ci rendeva ancora più pallidi di quanto già non fossimo e lasciava loro in una dignità inimitabile. Il susseguirsi di tutte queste emozioni , condivise da tutto il gruppo, ci faceva rimettere in macchina per il ritorno alla missione più carichi che stanchi e più “vicini” di come eravamo partiti la mattina. Non servivano molte parole, parlavano i nostri silenzi e i nostri sguardi e varcando la soglia di casa avvertivamo la gioia di condividere la cena o il pranzo che andavano preparati. Anche nel cibo abbiamo trovato una perfetta assonanza di gusto, pomodoro in tutte le “salse”, frutta abbondante e pane tostato hanno allietato la nostra tavola e i nostri appetiti. Non servono lunghe conoscenze, non servono grandi obiettivi, non servono infinite pianificazioni serve la semplicità del dare ciò che si ha rendendo gli altri meno poveri e arricchendo un po’ più noi stessi. Questo è quanto ogni volta tornando porto con me in Europa : una nuova ricchezza fatta di sorrisi, di sguardi, di canti , di gioia , di grazie, di serena attesa. Una ricchezza che spesso dimentico quando rincorro le troppe banalità da cui mi lascio attrarre e di cui il mondo evoluto di cui faccio parte è pieno.
Il constatare come ognuno ha dato il meglio di quello che aveva e ha fatto quanto poteva per dare una mano ha reso tutto più bello, più semplice del previsto e ha consolidato la convinzione , che da tre anni portiamo con noi : tutti siamo chiamati a cambiare le cose se l’obiettivo che portiamo nel cuore è il “ Bene “ dell’altro.
Margherita La Rocca